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Vicino ai santi

Perché, quando si parla di santità, questa è descritta con tinte mitiche, severe, impossibili?

Forse per dispensarci dal raggiungerla.

I santi, diventati superuomini, o eroi, sono frutto di fantasie malate. Fantasie che hanno bisogno di creare idoli per guardarli da lontano e per farli irridere.

Santi da bacheca, oppure da film, nei quali si descrivono soltanto sensazioni esteriori, non sono i santi di Dio. I santi di Dio sono semplicemente coloro che, aiutati dallo Spirito Santo, credono davvero, e vivono la loro carriera umana, come dono e compito di salvezza. Si affidano a Dio sempre, anche dopo i loro errori, e aiutano se stessi e il prossimo a campare discretamente, attendendo di compiere il loro tragitto in terra, per trovarsi compiuti nelle  braccia del Padre.

Santi nel quotidiano, senza pretese di eroismo o di perfezione. Soprattutto senti, perché fiduciosi nella bontà e nella onnipotenza di Dio.

I santi, se autentici non sono mai esistiti e non esisteranno come eroi da baraccone. Narrare la biografia di una persona santa, non coincide affatto con il narrare la sua santità.

La santità dell’uomo è sempre contenuta nello scrigno dello Spirito Santo. Tocca a lui far trapelare la “sua” santità, attraverso la vita e le opere di una persona. Il cogliere di un santo le sue opere, per quanto meravigliose ed eclatanti, non è trovarsi nell’oceano della santità. Perché l’opera dello Spirito Santo non è misurabile. Come il mare. Vi ci si tuffa, non lo si misura.

Eppure la nostra piccolezza ha pure bisogno di accostarsi alla vita di un santo, per sentire qualche emanazione dello Spirito di Dio.

GCM 12.03.11, publicato 20.05.11