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Soave Vangelo

18.05.12

Tra indignazione e pietà mi trovo davanti l’ignoranza. Proprio stamani una persona, che talvolta anche accede all’Eucarestia, mi chiede se ieri, durante l’omelia ho parlato del serpente e dei serpenti. Ho anche capito che tutti coloro che non la pensano come lui, sono serpenti. E poi dice che il serpente, creato seicento anni prima di Adamo, tentando fa il suo mestiere, perché Dio l’ha creato. Al mio semplice dirgli che, quando parlo alla Messa, mi interessa Gesù e il Vangelo, e che nella Bibbia il serpente è un’immagine, anche quando è effigiato sotto i piedi di Maria, egli obietta: il Vangelo l’hanno scritto gli uomini dopo cento anni dalla morte di Gesù!

Quanta ignoranza! Sublime ignoranza, anche delle ultime scoperte della papirologia.

Quando poi dico che a me piace confrontare le mie idee con il Vangelo per vedere se collimano con il Vangelo o ne divergono, mi tratta da povero illuso e incapace di accettare la scienza. Evidentemente la sua scienza è la sua testardaggine.

Pietà per l’ignoranza, e indignazione per la cocciutaggine.

Può ancora una persona, che si dice cristiana, disprezzare il Vangelo così stupidamente, perché il Vangelo non collima con le sue idee ignoranti?

Eppure questo è il triste destino di chi ha una visuale ristretta e un’ambizione amplissima.

E, ciò è triste, si priva di quella dolcezza e di quella serenità, che sprizzano nei nostri cuori, quando con semplicità ci immergiamo nel Vangelo e il Vangelo – anche quello scritto – s’insinua soavemente in noi. Ogni giorno il Vangelo ci rinfresca e ci aiuta a vedere ciò che il giorno prima era ancora nebuloso.

GCM 09.12.11