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Bibbia gustata

La lectio divina è tutta preghiera nel suo svolgersi su tre livelli: scoperta del testo, riflessione sulla parola, assimilazione della Parola nell’agire.

Il testo è letto e deve esser capito per ciò che esso dice, all’interno del Nuovo Testamento e dell’ambiente in cui il testo è nato e dell’ambiente in cui è vissuto l’uomo Gesù.

Quando il testo è chiarito, allora le riflessioni non sono superficiali, ossia ciò che ci sembra di aver letto e di dover dire. Le riflessioni sono condotte sul valore del testo, sulla sua necessità per la nostra fede, sul dedurre dal testo le grazie implicite in esso.

E dalla riflessione si arriva all’assimilazione per il nostro vivere. Non si deve ridurre il testo a uno stimolo per buoni propositi. Prima di tutto è bello scoprire ciò che noi siamo, illuminati dal testo. Scopriamo sempre di essere figli di Dio e amati da lui. Scopriamo di essere uniti a Gesù, di essere entrati nel novero divino. Ogni lectio ci fa vedere una o più sfaccettature di questa realtà. Il nostro primo atto è di accettare tale realtà e di nutrire il desiderio di viverla nel sentire, nel capire e agire in conformità ad essa.

La lectio non è una scuola né un laboratorio, bensì un tuffo nella Parola di Dio, per scoprire in essa noi stessi. E’ una piccola full immersion nell’amore di Dio, che si rivela ed è vicino a noi sempre.

Se l’immersione è libera e cordiale, si esce dalla lectio illuminati e liberi, per continuare, mossi dallo Spirito Santo, la nostra vita trinitaria.

Bagno nella Parola, che è Dio presente, per rinfrescare la nostra esistenza.

GCM 05.09.12