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Sfuggire Gesù

Perché anche le persone, che si dichiarano credenti, sfuggono dall’approfondire il Vangelo? Perché non partecipano alle riflessioni comunitarie sul Vangelo, alla cosiddetta “lectio divina”?

Forse è il danno prodotto nella società dalla pretesa di sotituire la sapienza con la scienza, e, peggio ancora, con l’informazione. Nelle scuole statali la sapienza è scomparsa: il bene vivere lanciato nel tempo e nell’eterno, non solo è trascurato, ma addirittura ostacolato. Perfino la guarigione psichica, intesa da una certa psicoterapia, è soltanto portare l’inconscio alla coscienza. Il vissuto profondo riversato nella conoscenza, che - come tutti riconoscono - è solamente parte delle capacità e delle facoltà umane.

Così nascono le enciclopedie, ma non è generata la felicità, tant’è vero che il piacere è contrabbandato per felicità.

Si sfugge Gesù, anche quando si parla di lui (le poche volte che le televisioni o i salotti benignamente permettono di parlare di Gesù, questo argomento... del passato!). Ma anche i credenti, quelli che si credono tali perché - generosità loro! - ammettono che ci sia un Dio e forse anche una Trinità, sfuggono l’incontro cordiale con il loro Gesù; sembra cosa assurda, se non si riflette che essi pongono in cantina Gesù, per non rinunciare ai propri comodi.
L’immoralità ostacola la fede. Il comodo dell’immoralità fa perdere il gusto della grazia.

Chi invece si lascia penetrare e imbevere della presenza di Gesù, acquista una sicurezza di vita, e un’apertura verso il tutto, ivi compresa l’eternità. Essere penetrati da Gesù dona la sensibilità a scoprire nel mondo la continua presenza di Dio.

GCM 22.07.12, pubblicato 08.10.12