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Corano e Vangelo

28.07.12

In Afganistan un  musulmano ha trovato tra i resti di un rogo, anche una copia bruciacchiata del Corano. Ne è sortita una rivoluzione contro gli incendiari, presumibilmente soldati americani.

Si comprende la foga dell’indignazione dei muslim. Per loro il Corano è sacro, costante, base della loro fede. Essi si fondano sul libro. Nel Corano stesso è indicato il rispetto per Ebrei e per Cristiani, perché questi professano religioni del libro. La grandissima biblioteca greca e cristiana dell’ Egitto fu distrutta dai musulmani, perché se i libri erano concordi con il Corano, erano superflui; se erano contrari allora dovevano essere distrutti perché blasfemi.

Forse non tutti i musulmani sanno che la redazione ordinata del Corano fu compiuta dopo la morte del Profeta, e che fin dall’inizio i musulmani si divisero in due filoni, proprio tra chi ammetteva una tradizione oltre il Corano e chi la rifiutava.

Scrittura e tradizione da sempre sono state presenti tra i cristiani. Si sa che i Vangeli si fondano sulla tradizione delle chiese. Eppure, perfino qualche mio confratello dice che la fede si fonda esclusivamente sullo scritto, dimenticando la tradizione.

Lutero scarta la tradizione a favore della Scrittura; poi i biblisti, cercando di identificare l’anno di composizione dei Vangeli, sono concordi nel dire che passarono alcuni anni tra la morte di Gesù e la stesura dei Vangeli.

S.Gregorio afferma che se mancassero i Vangeli scritti, la Chiesa camminerebbe egualmente spedita.

I Vangeli e gli scritti neotestamentari sono un grande dono di Dio, che sostiene e illumina la nostra fede. Eppure la nostra fede non si basa sugli scritti, ma sulla persona di Gesù, trasmessa a noi come Salvatore, che permea gli scritti e ne è l’anima. Gli scritti, pur importanti, aiutano ma non basano la nostra fede.

GCM 22.02.12