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Fiducia e preghiera

04.06.12

Siamo deboli, perchè non preghiamo. La potenza della preghiera: questi spiriti cattivi si espellono con la preghiera, dice il signore Gesù, il nostro Gesù, ai suoi discepoli  che non riescono a guarire l'epilettico.

Chi si lascia trasportare dal vizio, abbandona la preghiera. Oppure è vero il reciproco: chi non prega è poi ghermito dal vizio?

La preghiera potente sulla nostra debolezza e sui mali e sulle debolezze, che ci attorniamo, deve essere preghiera, ossia espressione di fede. Gesù ci avverte che se avessimo fede, potremmo comandare ai monti di precipitarsi nel mare.

La preghiera di fede, è l'espressione diretta della nostra fiducia, generata dalla fede. Preghiera, quindi, che ci penetra nelle ossa e le rafforza. Geremia dice che nelle ossa sue era penetrata quella parola di Dio, che stimola e non lascia in pace.

Se non ci sentiamo serenamente forti, è perchè non preghiamo, oppure preghiamo male, ossia senza fede o con una fede a prestito e quasi vissuta solamente in prova. Proviamo ad aver fede, fingiamo di aver fede!

Forse fino a che la fede non diventa sorriso, ossia gioia di credere, ma resta al rango di dovere o di costrizione o di enunciati senz'anima, ci priviamo della gioia del credere, che è la gioia pacata e serena del confidarci e dell'affidarci.

Se non preghiamo davvero, i miracoli sul male che Dio ci ha affidato di compiere, non li possiamo attuare. Nelle mani di ciascun battezzato Dio ha posto la potenza del miracolo (siamo o non siamo figli di Dio?), e soltanto la preghiera fa fiorire e sbocciare il miracolo.

GCM 20.02.12