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Gesto e parola

La parola parlata, può essere sostituita da colori, suoni, movimenti?

Questi sono espressione umana, sono altamente indicativi e vissuti con intensità. Ma non sono in grado di sostituire la parola parlata.

Avviene spesso che quando ci colpisce un dipinto o una musica, solo l’autore ci fa scoprire tutto il significato della sua opera semplicemente parlandone. Nel secolo scorso, dirimpetto alla critica artistica crociana, sorse una critica umana. Questa non si pronunciava sulle espressioni artistiche, se non dopo aver conosciuto, dalla bocca dell’autore, ciò che lui desiderava raggiungere con il suo operare.

La “rivelazione” voluta da Dio per amare e per salvare le sue creature deve diventare espressione detta.

Al profeta Elia fu indicata una serie di azioni: comprare una cintura di stoffa, nasconderla tra i sassi del fiume, ritirarla marcita. Alla fine Dio parlò al profeta, per indicare il senso di quelle azioni.

Il profeta Ezechiele deve sposare una prostituta, fare figli con lei, rompere il muro di cinta per passare attraverso la breccia, ecc. Alla fine Dio gli parla per spiegare il significato di quelle sue azioni indicative.

Gesù sazia di pani una moltitudine di persone. Compie numerose guarigioni. Si presenta agli uomini come loro benefattore. Eppure usa la parola per introdurre nel cuore “vero” delle sue azioni.

Ai farisei rimprovera: “Sapete interpretare i segni della meteorologia, e non riuscite a capire il valore di ciò che io faccio”.

Alla gente saziata fa osservare: “Vi siete saziati, ma non considerate il segno”

Mangia con i peccatori. A chi lo critica dice chiaramente “Sono inviato ai malati”.

Guarisce un cieco dalla nascita e poi spiega di essere lui la luce.

GCM 13.08.12, pubblicato 09.10.12