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Condurre a Gesù

29.02.12

Nelle due ultime domeniche di Avvento, mentre la gente si prepara alle gite e alle compere (perché un Natale senza spendere, che Natale è?), noi ci rinfranchiamo nella preghiera. Le due domande sono caratterizzate da un doppio movimento: nella terza domenica di Avvento, ricordiamo Giovanni Battista che conduce noi a Gesù, nella quarta domenica ricordiamo Maria, che conduce Gesù a noi.

Portare a Gesù e portare Gesù.

Giovanni Battista è venuto a rendere testimonianza, “affinché tutti credessero per mezzo di lui”. E’ uno strumento alla fede. E’ un’introduzione a Gesù, un accompagnatore della gente verso Gesù.

Nel Vangelo di Giovanni troviamo altre persone che “conducono” a Gesù.

Il primo episodio è quello di Andrea. Egli segue Gesù e passa un pomeriggio con lui. Poi conduce a Gesù il fratello Pietro.

Filippo incontra Gesù, ne viene avvinto, poi incontra Natanaele, lo scettico, e lo conduce a Gesù: “Vieni e vedi” gli dice.

La donna di Samaria incontra Gesù, nonostante l’iniziale supponenza davanti a Gesù, a poco a poco passa alla fede in lui. Poi corre nel paese, fa pubblicità per Gesù, e i compaesani sono guidati a frotte verso Gesù.
Gesù stesso ordinava ai suoi di precederlo nei luoghi dove lui stava per recarsi, affinché preparassero la gente a ricevere Gesù.

Annunciare Gesù, per portare le persone a lui, la funzione di Giovanni Battista, non è mai cessata nel mondo. Per attirare la gente verso Gesù, durante tutti i secoli, Gesù crea una chiesa.

La chiesa deve annunciare Gesù per essere chiesa (ricordiamo la chiesa confessante di Bonhöffer).
Chiesa siamo noi. La nostra parola, la nostra carità, la nostra ansia sono modi di richiamare la gente non a noi, ma a Gesù.

GCM 11.12.11