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Pericolo scampato

Fortunato chi non ha mai avuto incarico di visitatore. Le topiche, per un visitatore, stanno sempre dietro l’angolo.

Mi ritornano facilmente alla memoria, Francesco d’Assisi, S. Giuseppe da Copertino, Madre Teresa, P. Pio. Quando la loro vita entrava decisamente nella creatività del santo, il potere centrale si insospettiva e mandava i visitatori per scoprire dove stava quella deviazione, che si chiama santità. E’ una deviazione, alla quale il povero potere centrale non è per nulla abituato.

Se il potere centrale avesse l’olfatto per la santità, manderebbe subito là,  dove c’è il fumo di bruciato della santità, un visitatore per congratularsi, per incoraggiare, e per chiedere preghiere per  il Papa.

Quando un santo si muove perché svegliato dalla grazia, la prima reazione del potere centrale (o periferico) è il sospetto. Fino a che punto quella strana persona, che è il santo, è uscito di strada, ossia dall’itinerario segnato dal potere, con leggi e con decreti? Per prima cosa si tende a salvare le leggi, l’ordine costituito, non solo per i comportamenti, ma anche per le coscienze, per il soffocamento della sensibilità e delle emozioni.

Certo che lo Spirito Santo, quando decide di donarsi a una persona, dovrebbe prime di tutto chiedere permesso al potere imperante.

Necessariamente il potere si adombra, quando lo Spirito chiede a una ragazza di diventare la madre di Gesù, secondo procedure inusuali; quando guida Gesù a parlare liberamente del regno di Dio, a risuscitare i morti.

Il potere è destinato a non intuire la santità che viene dallo Spirito, e i visitatori sono condannati al grigiore di scovar difetti, e non essere elevati alla gioia di incontrarsi con l’opera di Dio.  

GCM 28.08.09