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L’uscita

Si legge nei giornali, che riferiscono con un certo piacere, che sta prosperando un’associazione, nella quale stanno confluendo cristiani che vogliono sbattezzarsi, liberarsi dal battesimo.

Forse la filosofia medievale potrebbe aiutarci nel dire che non è possibile, quasi fosse un estirpare un dente o un occhio (Gesù: “se il tuo occhi ti scandalizza, strappalo via”). Dicevano: “Factum infectum fieri nequit”. il latino è alquanto barbaro, ma è chiaro: ciò che è stato fatto, non può più essere annientato. Si può riparare, ma non annullare.

Allora è possibile solamente sottrarsi agli obblighi e all’appartenenza alla comunità.

E’ strano che queste persone siano convinte di aver finalmente creato qualche cosa di nuovo. Veramente la cosa è avvenuta ed è documentata fin dall’inizio della vita cristiana.

“ Figlioli, l’ultima ora è, e come già udiste l’anticristo viene, anche adesso anticristi molti sono comparsi: perciò conosciamo che è giunta l’ultima ora. Da noi uscirono, ma non erano da noi; se infatti da noi erano, sarebbero rimasti con noi, ma perché si palesino che non sono tutti da noi (nostri)”.

Così leggiamo nella prima lettera di Giovanni (2, 18 - 19). Questo documento fu scritto verso la fine del primo secolo, a circa sessant’anni dalla Risurrezione di Gesù.

Nessuna novità quindi l’abbandono della comunità dei credenti.

La costanza nella fede, è opera dell’uomo e dello Spirito Santo, se è invocato. E l’abbandono della comunità di fede, si inizia proprio quando diminuisce o cessa la dedizione alla preghiera. Dicevano: chi prega, si salva.

GCM 23.11.08