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Vergognarci

Per caso oggi, rientrato in casa, mi imbatto in una letterina, che dà la baia alla Chiesa, e le impone di vergognarsi.
Perché la Chiesa si vergogni non cita S. Francesco d’Assisi o S. Antonio da Padova (per i quali ci sarebbe da vergognarsi?) ma un papa dalla tendenze omosessuali (dalla stessa parte arrivano però complimenti all’omosessualità), che è stato scoperto da Savonarola.

Ma, mi chiedo, Savonarola non faceva parte della Chiesa? Quindi anche Savonarola, nella situazione specifica, dovrebbe vergognarsi. Quindi sono due che sono comandati di vergognarsi. Forse sto procedendo per il sottile, ma non è male sorridere su certi moralismi, che oggi fioriscono nel terreno laicista, proprio quel terreno, da cui giunge una critica feroce contro il moralismo della Chiesa, che non raramente è una semplicissima morale.

Per grazia di Dio, nella Chiesa, oltre il peccato, esiste la confessione e il perdono chiesto e donato. Dall’umiliazione davanti a Dio e davanti agli uomini, noi Chiesa, ricaviamo nuova vitalità e la certezza che, proprio anche in quanto peccatori, Dio ci ama.

Noi, davanti a Dio, non abbiamo la vergogna di vergognarci. I papi ultimamente - chi non ricorda Giovanni Paolo II? - hanno chiesto perdono al mondo oltre che a Dio.

La nostra umiliazione è anche assumerci l’umiliazione dei nostri fratelli. Io mi sento umiliato, insieme con Pietro, per i suoi errori, e sono sicuro che Pietro e Gesù si sentono umiliati per i miei errori. Però come c’è una comunicazione negli errori, c’è anche una comunicazione nella grazia, tramite Gesù.

GCM 05.09.08