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Non ci conoscono

Poche persone, tra i credenti in Gesù, conoscono la “Lettera a Diogneto” scritta nei primi tempi del cristianesimo. Quanti articoli di giornale e quanti libri scritti da cristiani di oggi potrebbero nascondersi e tacere, di fronte alla chiarezza e all’attualità di questa lettera.

Nella lettera si legge che molti combattono i cristiani senza conoscerli. Di fatto chi li combatte non conosce l’intimo essere di noi cristiani, il nostro essere figli di Dio, la nostra adesione a Gesù, la nostra speranza di abbracciare il Padre, al termine del nostro avanzare sulla terra.

Non  ci conoscono. Infatti per combattere il cristianesimo, nessuno si ferma a conoscere l’immensità della vita Trinitaria in noi. Non la conoscono, e, per combattere il cristianesimo, si appigliano alle ricchezze del Vaticano, agli sbagli dei preti, alla proibizione del preservativo, allo stile del Papa. Ossia sono costretti a volare molto basso, perché non sanno che la nostra patria è nei cieli.

La lettera citata, tra le molte belle frasi che descrivono il vivere cristiano, scrive anche che i cristiani vivono come stranieri sulla terra, perché la loro patria è già stabilita nei cieli.

Gesù ci assicura che il nostro tesoro è nei cieli, dove ladri non penetrano e ruggine non intacca. I detrattori dei cristiani non sanno e non possono penetrare nei cieli, ossia nell’intimità di Dio. Proprio come le prime sette tra i cristiani, formate dai farisei convertiti, che pretendevano di abbassare anche i pagani convertiti, alla circoncisione.

GCM 13.05.09