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Parla per amore 4

"Da questo vi conosceranno che fate parte della mia scuola, se vi amate tra di voi".
"Che essi siano una cosa sola, perché il mondo creda che tu mi hai mandato".
"Io in loro e tu in me, perché siano definitivamente entrati nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me".
Queste frasi, dettate dall'amore di Gesù Dio verso i suoi (tra i quali siamo noi credenti) ci mostrano un'altra conseguenza dell'amore, l'annuncio: affinché il mondo creda e sappia.
Non dimostrazioni logiche, ragionamenti forbiti, teologie elaborate. Ciò non convince il mondo, perché creda e sappia chi è Gesù, l'incaricato dal Padre. Invece l'unione tra i credenti.

L'amore non è solo l'atmosfera per apprendere correttamente la parola di Dio, ma anche il mezzo per propagarla.
L'apostolato dell'annuncio, al quale siamo chiamati e abilitati dal Battesimo, è frutto non di speculazioni filosofiche o teologiche, ma della capacità di amarci e di essere una cosa sola in Gesù e nel Padre.
Per essere annunciato al "mondo", il Padre si serve di ciò che tutti possediamo naturalmente, semplicemente: il bisogno di amare e di essere amati. Questa dell'amore è una dotazione spontanea e radicale in ogni uomo e in ogni donna. E di questa semplice qualità il Padre si serve per farsi accogliere e comprendere, quando si manifesta, e per farsi annunciare al mondo da chi l'ha accolto antecedentemente.

Non accademie teologiche, ma semplice affetto: solo questo serve per rendere Dio visibile a tutti.
Del resto chi non vede che oggi si sono moltiplicate le scuole di teologia (che pure sono una grazia) e si sono svuotate le chiese?

GCM, 06.06.03