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Persona 1

Premessa: il termine “persona” non si trova nella Scrittura, sebbene si possano rinvenire termini, che esprimono forti analogie con tale lemma. Invece ne è ricca la teologia, fino a farne uso nelle definizioni dogmatiche, soprattutto durante e dopo i primi Concili Ecumenici.

Trascuro chiaramente tutta l’enorme ricerca filosofica e storica sul contenuto della realtà “persona”. Accenno appena ai termini “prosopon” e “persona” usati nel teatro per caratterizzare, con maschere, il personaggio rappresentato, e mi fermo un po’, solo un po’, sull’uso fatto in teologia e nel dogma, del termine “persona” riferito a Dio, a Gesù, alla Trinità e a noi, all’interno dell’esperienza cristiana.

“Persona” indica la parte spirituale di un individuo. La caratteristica e il limite di un individuo, ossia di un essere definito. Da qui la difficoltà di applicare a Dio, semplicemente, tale termine. Dio infatti non può essere definito, perciò limitato.

Però siccome si attribuisce a Dio operatività propria, a differenza dell’attività umana, il termine può essere adoperato per analogia.

Quando i vescovi antichi si trovarono davanti al mistero di Gesù, uomo e Dio, allora divenne necessario utilizzare il termine “persona” per indicare che nell’unico Gesù (persona) si univano due realtà diverse (divinità e umanità). In altre parole: due essenze in una sola persona.

La cosa fu poi utilizzata per far intuire, con i termini desunti dal povero vocabolario umano, la intima natura e struttura di Dio, che essendo uno è in tre.

GCM 12.03.13