HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013-01 > Gesù severo?

Gesù severo?

Può la Chiesa unire la sua fedeltà a Gesù con l’ammissione del divorzio?

Dal Vangelo di Matteo nasce un deciso “no”. Tutte le scappatoie non si conciliano con la parola di Dio.

Ai tempi di Gesù, vigeva la dottrina della dissolubilità del matrimonio, né più né meno di quanto ammettono le presenti legislazioni. Su questa dottrina concordavano le due correnti, di solito in lotta: sadducei e farisei.

Nel mezzo di quell’orientamento si pone Gesù, come una spada. Si debbono sciogliere soltanto le unioni illegittime, mentre i matrimoni restano legami perpetui, e chi li rompe commette peccato.

Perché Gesù è così netto? Perché il caro e buon Gesù, tanto tenero con i peccatori, è rigido nel difendere l’indissolubilità del matrimonio?

Forse perché lui, scapolo, voleva far pesare il matrimonio sugli altri?

Gesù porta un motivo chiaro, di ordine spirituale e anche scritturistico. “All’inizio non era così”. Uomo e donna sono diversi per essere uniti. La diversità è in vista dell’unione.  I simili si respingono, e non solo nel campo magnetico. I simili unendosi devono scoppiare. Gli estremi si attraggono.

“All’inizio”, dice Gesù. Dopo avvengono le perversioni, di ogni genere. Gesù ritorna alle sorgenti della creazione, l’inizio. Così difende la sua opera, perché “tutto fu fatto attraverso lui”.

Gesù conosce l’inizio, lui che in principio era il Verbo, e sa che l’armonia intesa nel creare e nel progettare è l’unica che salva.

Evidentamente Gesù parla dei matromoni cosiddetti validi, non di unioni illegittime (e non sono rare), come lui stesso dice.

GCM 14.06.13