HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2013-01 > Modelli?

Modelli?

Paolo esorta a imitarlo.

Il testo di lettura spirituale più visitato, dalla generazione di frati che mi hanno preceduto, era l’Imitazione di Cristo.

Quasi tutti gli “Oremus” delle messe in onore dei santi, indicano di dover imitare il santo ricordato; di modo che a un balbuziente viene indicato di imitare S. Giovanni Crisostomo. A uno zoppo si propone di essere intrepido nel cammino. A un timido, di andare tra gli infedeli. E via dicendo.

Le diverse imitazioni, proposte come salvifiche, sono psichicamente sane?

Il buon senso di Francesco di Sales, indica che i santi sono da ammirare, non da imitare. Il loro spirito è bello, perché dipende dallo Spirito Santo, ed è sempre da condividere. Invece le loro azioni sono condizionate dal loro carattere e dalla loro storia personale, e sono esclusivamente parte della loro personalità.

L’imitazione nello spirito, è scoprire che cosa lo Spirito Santo detta a ciascuno di noi. Lo Spirito Santo non si esaurisce nella storia di una persona, per quanto santa, ma è ricco di creatività per ciascuno di noi.

Perciò il nostro primo compito di credenti non è quello di imitare, ma quello di scoprire i doni di Dio dati a ciascuno e di vivere tali doni. Il modello della mia santità non è il santo tal dei tali (che io posso amare, soprattutto se scopro che mi è congeniale), ma è il modello stampato dallo Spirito dentro di me. Esso è modello unico, che nessun altro sarto può cucire.

E’ necessario scoprire le dimensioni di quell’unico modello di santità, che è ciascuno di noi, visto nelle proprie capacità e nei propri limiti. Di questa dotazione si serve lo Spirito, per farci gustare il nostro essere figli di Dio. 

GCM 13.11.12