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Io sono 1

La persona di Gesù, quel Gesù che noi amiamo, si presenta po-liedrica. È sufficiente osservare tutti i predicati nominali, che Gesù di-chiara, dopo quel “Io sono”.

Troviamo prima di tutto un “Io sono” assoluto, senza predicati nominali. “Prima che Abramo fosse, Io sono!”. Ci aspetteremmo un ver-bo al passato: “Io ero … io fui”. Invece Gesù si presenta come Dio, l‘Eterno, proprio come Dio si era presentato a Mosè.

Ecco un “Io sono” seguito da “la vita”. Mi ricordo una canzone la-tina, che cantavo da giovane: “Gesù, tu sei la nostra vita, senza di te è la morte”. Vita della nostra vita, perché in lui siamo, ci moviamo, viviamo.

Io sono la verità. Senza di lui o contro di lui, il dubbio non tanto sulla verità del reale, quanto sulla verità di noi stessi e per noi stessi.

Io sono la via. Quella che direttamente ci conduce al Padre. Quante strade contorte per incontrarci con gli altri e con il Padre. Strade contorte, guidate dalle nostre passioni o dalla presunzione umana, che ci fanno deviare!

Io sono il Pastore autentico, il buon Pastore. Conosco le mie pe-core, meglio di qualsiasi psicanalista che arranca per scovare nel reces-so dell’inconscio ciò che lui crede di aver scoperto. Gesù conosce le pe-core, non per sentito dire o procedendo per i meandri della psiche uma-na, ma perché lui ha creato e crea continuamente l’uomo. Il riscontro del fatto che lui conosce le pecore, si attua nel fatto che “le pecore cono-scono me”. Per conoscere proprio me è sapere che lui conosce me e appoggiarmi perdutamente alla luce del suo conoscermi.

Ed ecco il mio specchio nel Vangelo, nel riuscire a vedere che io sono quello che il Vangelo dice di me.

01.02.19