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Il Padre opera

Dio è presente sia per la sua opera di Creatore, sia nella sua opera di conservatore, come si dice.. Il mondo celebra la gloria di Dio: in esso la gloria di Dio è particolarmente intensa nell’uomo vivente.
Il pittore è nella sua creazione. Quando la crea, e quando la termina, sebbene qualche ritocco egli reputa opportuno,  la sua opera resta sua, ua anche quando è alienata.

L’incarnazione del Verbo segna la perfezione della creazione, quasi il ritocco complementare e definitivo, come piace pensare alla teologia della scuola francescana.
L’incarnazione del Verbo non è mai conclusa. Che cos’è l’Eucarestia, se non il “quotidiano” ritocco dell’Incarnazione? Gesù non si è mai chiuso in un buen retiro. Egli ha voluto essere presente fino alla consumazione dei secoli.

Deve ritoccare l’opera del Padre, anche con il perdono, correlato con il pentimento. Ritocca la sua Chiesa dopo le persecuzioni dei nemici, e le rovine interne causate dagli “amici”.
Anche i Concili ecumenici sono una specie di ritocco della verità rivelata, quel ritocco che papa Giovanni definiva come aggiornamenti.

Ci sfugge un particolare: questo Dio che continua a perfezionare la propria opera di Creatore e di Redentore, fa passare la sua opera attraverso la sua chiesa, ossia attraverso le nostre povere mani di credenti.
Noi siamo sì i beneficiari della continua e solerte opera di Dio, che rinnova, ma siamo pure con lui artefici del continuo rinnovamento del mondo nella grazia.

19.07.19