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Gesù fa piangere

Mi colpisce, forte e dolce, l’atteggiamento del mio Gesù verso Pietro che lo rinnega. Gesù non pensa a evitare un destino che lo ghermisce. Sembra che lasci andare le cose. Vede in esse avverarsi la propria vita e la propria missione.
Gesù è interessato, anche nel pieno della sofferenza, a seguire e a illuminare i suoi. L’episodio che più ci commuove, lo vediamo in Gesù crocifisso e morente che si preoccupa per la sorte di sua madre, e affida la madre a Giovanni. Alcuni accostano questa posizione a quella di Socrate morente, che si interessa dei polli.

Un altro episodio qui mi torna opportuno ricordare. Pietro rinnega Gesù, come Gesù aveva ben previsto.
“In quell’istante, mentre [Pietro] parlava, un gallo cantò” (Lc 22, 60). Quindi Pietro aveva passato la notte in un combattimento contro l’ambiente e contro se stesso. Credo di comprendere il povero Pietro, che trovo molto affine alla mia debolezza.
Se a me Pietro fa tanta tenerezza, quanta tenerezza faceva a Gesù, l’apice dei sentimenti umani!

“Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro e Pietro si ricordò della parola, che il Signore gli aveva detto: prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte. E uscito, pianse amaramente” (Lc 22, 61-62).
La dolcezza di Gesù, il suo sguardo scioglie cuore e lacrime.
Questo Gesù è il nostro Gesù, quello che “verrà a giudicare i vivi e i morti!”. Che venga pure, ogni giorno, e il suo sguardo “giudicante” si posi continuamente su dei noi, sulle nostre debolezze, sui nostri errori, e ci doni il regalo anche di lacrime, dolci o amare!

01.08.19