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Credo: risorgerò 

So, poiché credo, di essere risorto in Gesù. Questa realtà come incide nella mia vita? La “sento” mia davvero? Gusto per il fatto di essere risorto? La risurrezione di Gesù mi coinvolge? Mi dona sicurezza?

Non so nulla, eppure ho sempre puntato sulla Risurrezione, sapendo che essa è il fulcro della mia esistenza di povero redento. Non esiste una “misurazione” dell’essere risorti. Esiste certezza intellettiva e speranza affettiva: probabilmente è questo il seme piccolo, che testimonia sulla mia fede.

Gesù Risorto è il mio vanto in quanto cristiano: questo lo vivo davvero, e questo lo comunico agli altri e lo condivido con le persone con le quali sono collegato da affetto, trovando anche felicemente persone che lo condividono con me.

Immersione in Gesù Risorto, felicitazione con lui. Festa per il culmine della salvezza da lui raggiunta e a noi prospettata e assicurata. Molti sofferenti si rivolgono ai radicali per avere morte. Noi ci gloriamo in Gesù per avere vita. Lì la disperazione che ci fa morti, per un desiderio dubbio di liberazione. Qui la speranza si fa attesa per una certezza di una libertà, anche nel pieno della sofferenza. Come avvenne di Gesù, che fu talmente sicuro della sua vita da trascinare con sé il ladro crocifisso e implorante.

Quanta tristezza e pena verso coloro che cercano e producono morte! E quanta consolazione per noi che crediamo a una vita indelebile, mettendoci di fronte al nostro specchio immortale, a Gesù morto e risorto. La nostra preghiera è per la vita, sicuri che la vita ci ghermirà. Per sempre!

15.04.17