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Vedere Gesù

Gesù, secondo Paolo, non è più visto con gli occhi materiali, perché oggi lo si vede in un modo nuovo. Eppure lo si vede, non è celato ai nostri occhi.

E’ vero che il nostro occhio, nelle condizioni normali, non riesce a guardare le stelle: si richiede il buio e il telescopio. Il telescopio non neutralizza la vista, ma la rende più potente.

Così è con Gesù: egli è visto ancora, ma con una vista potenziata. Il potenziamento della vista è la fede. Questa permette di guardare più da vicino Gesù.
La fede potenzia la ragione, non la esclude.

La fede in Gesù ci dona quanto Gesù ha promesso: nella fede non solo scopriamo realtà altrimenti non viste, come le stelle ad occhio nudo di giorno, ma si alimenta la fiducia.

Mentre le stelle, pur scoperte, stanno a guardare (come recitava il titolo di un romanzo...), la vista della fede rivela un Gesù che non si limita a stare là in alto a guardare, ma un Gesù qui, che vive con noi, ci accompagna, ci nutre di sé.

La fede è molto più di un telescopio spirituale, perché mentre ci aiuta a vedere, ci immette nella realtà che vediamo. La fede non è semplicemente vedere, ma è partecipazione di vita.

Vedere Gesù in modo nuovo, è un fatto che coinvolge la nostra persona nella sua totalità, nel tempo e oltre il tempo.

Eppure incontro persone che rifiutano di guardare Gesù con fede, pretendendo di ridurre la sua presenza o al mero ricordo storico (come quasi tutti i testi scolastici di storia), o ad un vuoto modo fantastico (immaginare un Gesù presente). E così la realtà di Gesù, destinato al concreto abbraccio quotidiano con noi, sfugge alla loro esperienza.

GCM 15.06.13