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Grazie per la tua gloria

Ricordo ancora nitidamente una frase udita sett’anni or sono: “O Dio, fa’ di esistere”. Rimasi interdetto per almeno due motivi: la frase non corrispondeva alla teologia della scuola, della quale ero impregnato; e poi era pronunciata da una persona che non disdegnava un bicchiere di vino.
Col tempo Dio mi ha concesso la grazia di vivere il Vangelo al di là della teologia. Anche per me il Padre mi aspettava nei vicoli, non nella via, di Damasco. La via è riservata ai grossi calibri, come Paolo di Tarso.

Uno di questi vicoli fu ed è la psicologia, quella corrente che non si ferma alla superficie dei fenomeni, ma cerca la dinamica che produce tali fenomeni. Perciò da quale esigenza era spinto quel bevitore (santo? Lo sa Dio e forse Olmi) per pregare in quel modo? Certamente dal bisogno di avere un appoggio in Dio, che lui non riusciva a toccare.
“Signore, fa’ che tu ci sia!”. A poco a poco mi sono accorto, che anche io, nella liturgia, esprimevo una preghiera analoga: “Ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa!”. Ti ringrazio, Padre, non solo per i tuoi benefici, ma per la tua Persona, fonte di ogni amore e anche dei tuoi benefici.

“Ti ringrazio, Padre, per esserci!”. E per vedere la profondità di questo dono è sufficiente volgere al negativo: “Grazie perché ci sei, guai se non ci fossi!”. Allora ricorrerei a Giove, e a chissà che cosa, per illudermi di avere un riferimento di appoggio.

12.08.19