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Gli occhi del Padre

Da piccoli ci intimorivano con la “minaccia”: Dio ti vede. Era un Dio poliziotto e giudice, del quale aver paura, e che dirigeva il nostro agire nella paura, come se dovessimo attraversare un fiume, camminando su un filo di acciaio senza bilanciere.
Poi il Vangelo e alcune preghiere ci hanno indicato che “Dio veglia su di noi con amore di Padre!”.

Quindi due frasi. Se mi sento portato a sbagliare, “purtroppo Dio mi vede!”. Se sono desideroso di vicinanza amorevole, “per fortuna”, Dio mi vede”. “Io non sono solo, perché il Padre è con me”: disse Gesù per rassicurarsi, quando gli apostoli, presi dalla paura, stavano per abbandonarlo.
Dio mi vede, anzi mi guarda. Ossia nel vedermi, egli vive l’intenso interesse di Padre.

Il Padre mi guarda, e guardandomi mi fascia d’amore. Perché il Padre non sa far altro che amare di un amore eterno e sconfinato. E, se mi ha voluto e mi vuole vivo, è solo per amarmi.
Un mio amico, ora completamente ricoverato nel Padre, mi diceva: “Per me Dio mi circonda, come l’aria mi circonda”. Il bagno esistenziale in Dio. Bagno dal quale non si riesce ad uscire. “In lui ci muoviamo viviamo e siamo”: ci fa sapere l’Apostolo. Perché il nostro Padre non è mai lontano da noi.

Il Padre vi ama. Solamente chi ama, percepisce l’amore di coloro che lo amano. Chi ha paura, percepisce le paure di chi lo attorniano, paure che possono anche trasformarsi in crudeltà.
Il Padre ama. Chi ama non sa essere crudele.

25.06.19