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Dio tenero  7

Due prospettive nel Vangelo e durante tutta la commovente rivelazione di sé: Dio che è Padre, il Padre che è Dio. Non si contraddicono: sono la stessa visione osservata da due lati. Nel “Padre nostro” Gesù privilegia “Padre, che sei Dio”, “Padre nostro, che sei nei cieli”.
È la prospettiva di Gesù, la nostra prospettiva di figli nel Figlio.
Il Vangelo ci ricorda prospettive di preghiera anteriori a Gesù. Per esempio, il “Magnificat” di Maria, o il “Benedictus” di Zaccaria. Qui notiamo la grandezza di Dio, che ama e salva, grazie “le viscere di misericordia” come dice il Benedictus. La Potenza che benefica.

Per Gesù è il Padre, che si serve della sua potenza a beneficio del Figlio e dei figli.
Non riusciremo mai a cogliere lo sconfinato amore del Padre-Dio, ma tutto il suo rapporto con noi è intriso di amore e solo di amore.
La nostra morte fa parte del suo amore. Egli ci vuole svestire del nostro peso fisico, per averci liberi al suo abbraccio.
Tutto è amore: ci rammenta Bernanos, quando fa dire al suo personaggio: “Tutto è grazia!”.

Alzo lo sguardo e mi trovo circondato da case. Fanno parte della creazione sviluppata da Dio, attraverso gli architetti e le imprese, che hanno costruito “per l’uomo”, per questo figlio di Dio, il quale abbisogna di riparo. Le case che mi circondano, mi ricordano l’amore solerte del Padre.
Tutto si trasforma in un canto di riconoscenza al Padre. Anche questo scrittoio, anche questo sito, che espande, in modo nuovo, la riconoscenza al Padre.

30.07.19