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L'ONU di Zaccaria

Nel libro del profeta Zaccaria (vissuto nel sesto secolo prima di Cristo) leggiamo che i popoli si avviano a Gerusalemme e le persone si aggrappano al credente. Il messaggio è chiaro: solo Gerusalemme e il credente sono in grado di attirare persone e popoli nell’unità (cap 8, verss 20-25).

Gerusalemme è figura della presenza di Dio, cioè della sua gloria, sulla terra. Il credente è presenza di Dio nel cuore dell’uomo.

Sappiamo, perché appreso dal Vangelo di Giovanni, che Gesù supera e assume sia la funzione di Gerusalemme, sia la funzione del credente, impersonandole in sé, tanto da diventare lui stesso l’unità di Dio tra gli uomini.

Gerusalemme è il luogo simbolico verso il quale si incamminano le nazioni per trovarsi insieme, unite nella ricerca dell’unico Dio. Dio attirandole a sé, le connette tra loro. La fede del credente attira le persone che soffrono il bisogno della salvezza.

Mi sembra che il richiamo del profeta Zaccaria sia urgente anche dopo 25 secoli. La pace e la concordia tra le nazioni sono un desiderio, e rimangono perenne utopia, se affidata alle iniziative degli uomini, che non riescono ad accordarsi su nulla, e delegittimano e depotenziano l’ONU in mille maniere. Che sia ancora efficace quel “maledetto l’uomo che si affida all’uomo”?

In Gesù noi incontriamo presente in terra il Dio della pace. Se non costruiamo nel nome di Dio, la nostra città manca di fondamento, ci avverte la Bibbia.

Dio, in Gesù, può estendere il suo Spirito in ogni nazione e in ogni cuore, perché solo lui, che ha creato il mondo, è capace di estendersi su tutta la realtà.

GCM 27.09.05