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Laico

 Oggi si parla e si blatera sovente di laicità. La maggior parte degli “esaltatori della laicità” non conosce e no apprezza i limiti della laicità. Alcuni infatti confondono laicità con ateismo, altri laicità con anticlericalismo, laicità con anticlericalismo, scetticismo, noncuranza dei valori umani, e così via.

Laicità è autonomia dalla ierocrazia. Ma si contraddice quando pretende di esimersi dai valori umani, dalla solidarietà, dal rispetto di chi ha una fede e dei gruppi che vivono la fede in comune.

Laicità è liberazione da uno stato etico, perciò essa stessa non può imporre a uno stato la etica della laicità. Molti laici cadono nel dogmatismo della laicità, erigendo questa a ideologia, che guida la vita del cittadino. La laicità dogma è un’autentica forma di ierocrazia, nascosta sotto i panni dell’anti-ierocrazia.

E’ facile, quotidiano quasi necessario, incontrare laici, che sono meramente degli anticlericali, opponendo il proprio dominio a un altro dominio.

Purtroppo è destino del pensare umano, quello di delimitare, cioè di definire, le proprie idee, segnando i confini che le dividono da altre idee. E’ il pensare per opposizione. Costruire le proprie idee sul “non”: non sono quest’altra cosa. Essa è la costruzione normale nei bambini di tre anni, quando è continuo l’uso del “no”.

Anche all’interno della Chiesa si definisce il “laico” come “non chierico”, come se il laico non avesse uno statuto e una dignità originali e propri. Il laico, nella Chiesa, si definisce principalmente come cristiano.

Lo stato laico, a quale principio esistenziale, che non sia ideologia, si richiama come base e definizione della propria identità?

GCM 15.11.05