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Vendetta

 Dalla sofferenza per attacchi ingiusti subiti, al bisogno di vendicarsi il passaggio è brevissimo.

Vendette espresse e attuate, ma anche vendette covate nel silenzio tremante. Vendette anche solo nelle fantasie e nei sogni.

Perché Gesù non si è vendicato? Che cosa sorgeva in lui per impedire il passaggio dall’offesa subita alla vendetta?

Egli doveva e voleva restaurare l’uomo, non distruggerlo. Nemmeno distruggere il peccatore, sebbene questi si trovasse sulla sponda opposta.

Il primo uomo che lui voleva restaurare, dopo la tragedia di Adamo, era proprio l’uomo Gesù. Egli, l’uomo integro, doveva reintegrare  le proprie reazioni, quando veniva ingiustamente offeso (ciò che accadeva spesso), e renderle positive. Perciò richiamava spesso quel “fare la volontà del Padre”, di quel Padre che è amante della vita.

Dal Vangelo apprendiamo che gli avversari di Gesù non tralasciavano occasione per combatterlo e quasi strappargli dalle mani la vendetta. E lui, fermo, capace di smascherare le mene degli avversari, senza vendicarsi.

Fermo, anche sulla croce: “non sanno quello che fanno”.

Dal suo cuore non usciva la vendetta, e esortava tutti a perdonare. Il suo riferimento per regolare il suo comportamento, non erano le regole mosaiche o l’occhio per occhio, ma il comportamento di Dio.

Noi ci vendichiamo, semplicemente perché non ci rapportiamo al vero agire di Dio, gli affibbiamo le nostre passioni facendole diventare il Dio che distrugge i popoli. Il nostro Dio non è mai stato vincitore, perché non ha nemici da combattere. Egli è Padre, e non alimenta nei suoi piani il gusto di aizzare i suoi figli l’uno contro l’altro...come gli dei dell’Olimpo o dell’Arabia.

GCM 02.10.05