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Finalmente Gesù

    Ho l’impressione che il ventunesimo secolo sarà caratterizzato dalla scoperta di Gesù, come il ventesimo secolo fu caratterizzato dalla scoperta della fisica atomica e subatomica, con tutte le conseguenze tecniche.

     Oltre le scoperte di fisica, nucleare o astronomica, si giunge sempre alla radice: come e perché il mondo? E allora la risposta non viene né dalla fisica né dalla filosofia. La stessa teologia si sforza di rispondere. Ma l’unica risposta fluisce dalla fede, ossia dalla fede di Gesù.

   Le molte religioni cercano di offrire una risposta, ricorrendo spesso all’aiuto dei miti. E’ fiorente la mitologia delle origini. Eppure le religioni sono frutto della cultura dei popoli: opera, per quanto sublime, delle mani dell’uomo.

    Soltanto la rivelazione è in grado di rispondere, e, con essa, la fede risponde all’interrogativo che si lancia oltre il tempo, fuori del tempo. La rivelazione biblica è incentrata su Gesù, presenza di Dio nel cuore umano, e, attraverso esso, nella storia e nel cosmo. Proprio per rispondere all’uomo, oltre le sue forze, ma rispondendo alle sue esigenze, la rivelazione biblica, concentrata in Gesù, viene in soccorso. Essa non solo salva l’uomo, nonostante la sua debolezza (che lo fa tanto superbo!), ma finalmente dona significato a tutto l’universo.

    Il secolo ventunesimo sarà la riscoperta di Gesù, quale punto omega di tutta la creazione, come ormai lo esige il progredire della scienza.

    I francescani da sempre hanno affermato che l’incarnazione di Dio, era necessaria definizione della creazione. La loro intuizione ora si trova a suo agio dentro le nostre scoperte scientifiche.

    La scoperta di Gesù, superati ormai il metodo storico-critico e la psicologizzazione del Vangelo (Drewermann e Dolto, per esempio) viene dal semplice ritorno al Vangelo, quasi “sine glossa”.
    L’aurora la si vede nelle nuove prospettive su Gesù: Cury, Berger, Fabris, Ratzinger.

    GCM 26.05.07