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Sulla sua parola

Noi possiamo parlare di Gesù (e innamorarci di lui), perché Gesù ci ha parlato per primo. Come per la chiamata dei dodici, così per ogni situazione, Gesù parla per primo.

Noi siamo certi che lui è esistito in tutta la sua stupenda dimensione, perché lui stesso ce lo ha detto. Gesù quando assicurava i suoi circa la sua autorità ed autorevolezza, citava due testimoni: il Padre e se stesso, la sua parola, la sua opera.

Di fronte agli esterni al cristianesimo, che ci chiedono se Gesù è esistito, citiamo anche scrittori pagani, che hanno parlato di lui. Perfino colui che, per difendere l’opera sciagurata di Nerone che fece bruciare Roma per l’ambizione di ricostruirla tutta nuova (tutti i corti di intelligenza, come i barbari o gli sprovveduti distruggono l’esistente), mise in giro la diceria che i cristiani avevano causato l’incendio, sobillati da Cristo (impulsore Chresto).

Insomma ci serviamo degli strumenti di ricerca storico-critica.

Ma noi cristiani sappiamo che Gesù è esistito, semplicemente perché lui ce l’ha detto. Anche la sua esistenza si fonda nella base della sua parola.

Così noi siamo sicuri dell’esistenza del Padre, proprio perché Gesù ce l’ha assicurata.

Sulla sua parola si basa ogni nostra convinzione per quanto attiene il nostro rapporto con il Padre. Con i sapienziali, anche noi diciamo che la sua parola vale più dell’oro e dell’argento.

Proprio come diceva Pietro allo sciancato che chiedeva l’elemosina: “Non ho né oro né argento, ma ti do quello che posseggo, ossia nel nome di Gesù, alzati e cammina”

Inebriati di Gesù, anche noi “straparliamo” di lui. E’ la fede, è l’amore.

GCM 26.01.11, pubblicato 04.04.11