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Coscienza

Legge e coscienza.

La legge può prevalere sulla coscienza?

La coscienza prima di tutto si rivolge alla persona, dotata di tale coscienza. La legge è esterna. Può indicare oggetti alla coscienza, però non crea la coscienza.

Innanzitutto coscienza è percezione diretta della persona. E’ l’accorgerci di noi.

Poi, proprio nell’accorgerci di noi, percepiamo ciò che non siamo, perché sta fuori di noi.

Sviluppando l’autocoscienza, percepiamo ciò che è in armonia con noi e “ci va bene”, ossia per noi è un “bene”. E anche ciò che è contro di noi ed è un “male”. La coscienza si articola così su tre cardini: noi, gli altri, il bene (o il male).

Nasce spontanea la tendenza a seguire il bene e ad evitare il male. La coscienza è adibita a compiere la differenza tra il bene e il male.

La domanda ovvia: come si giudica ciò che è bene. Il bene fisico quasi sempre lo decide il corpo stesso. Ma il bene sociale e quello valoriale, come si definisce?

Ecco presentarsi il nostro rapporto con gli altri: genitori, famiglia, scuola, società. Essi ci prospettano i loro valori, spesso ce li impongono o autoritativamente o attraverso i persuasori occulti. Se privi di senso critico (ossia senza scoprire se veramente quei valori o quei suggerimenti ci arrecano autentico giovamento), assorbiamo quei valori.
Il Padre, nella sua attenzione per noi, sapendo che la nostra debolezza o la nostra stupidità ci fanno deviare, manda tra noi i suoi profeti. Quelli che trasmettono la verità di Dio. E poi spedisce tra noi la verità stessa: Gesù, il Figlio, il Verbo.

Allora il bene e il male è chiaro alla nostra coscienza : con Gesù tutto è bene, senza Gesù, o contro Gesù, entriamo nella zona pericolosa del male.

GCM 08.12.10, pubblicato 16.02.11