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Il sasso contro la roccia

Alla lectio divina del giovedì, si introduce una persona, che svia la nostra tensione verso Gesù nel Vangelo, per parlare di Esseni, di sedute spiritiche, di altre situazioni, che vorrebbero sminuire l’importanza di Gesù. A parte il fatto che questa persona è disambientata durante la lectio, e perciò è disambientata nella vita, e quindi va aiutata, non sa che le sue indicazioni non sono significative per il nostro amore a Gesù, a quel Gesù che noi conosciamo e che essa deve ancora conoscere, per sua sfortuna.

Ma il tentativo di sminuire la dotazione divina di Gesù, è molto triste. Tutti sappiamo che Gesù visse armonico con il suo ambiente (non era uno schizofrenico), e che dal suo ambiente traeva gli strumenti mentali e linguistici per esprimersi con la sua gente. Tuttavia in lui c’era ben più di quanto c’era negli Esseni o in Giovanni il Battezzatore.

Già nel nostro piccolo vediamo che coloro, che noi reputiamo genii, sono debitori al loro ambiente, ma svolgono quel qualche cosa in più che i milioni di altri non hanno. E li stimiamo genii per quel qualche cosa in più.

Tutti sappiamo che Gesù era un ebreo di Palestina. Però noi aderiamo a Gesù non perché era ebreo, ma perché l’uomo Gesù era in relazione con Dio, relazione che quelli del suo tempo e del suo ambiente erano incapaci di coltivare.

Sorprende vedere come certe persone cerchino l’eroe mediatico, che loro reputano superiore, per contrastare Gesù nella sua superiorità: il maestro del pensiero da opporre al maestro dei maestri. Sono le persone delle quali si dice nei salmi che Dio sorride su di loro e li irride tranquillamente. O megli: li ama, attendendo che rinsaviscano.

GCM 06.05.11, pubblicato 02.10.11