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Impensato incontro

Noi godiamo di un’esperienza, di un privilegio, che neppure Gesù ha sperimentato.

Tutto Gesù ha vissuto con noi: l’amore, la sofferenza, la fuga e la speranza, la nascita e la morte, le sensazioni e le esigenze del corpo, il sonno e la veglia. Eppure un’esperienza Gesù non poté compiere,  quella di Maria Maddalena e degli apostoli: incontrare, da mortali, un risorto! Poveri ancora viventi nella carne di morte, i quali si incontrano con la carrne di un risorto. Con questi essi vivono l’abbraccio, il convito, il dialogo, l’accompagnamento.

Incontrarsi, da vivi in parte (vedi Eliot) con un vivo eternamente: nel tempo a contatto con l’eterno. E’ indicibile. Sperato sì dalla mitologia, con gli dei che si mescolano tra gli uomini, ma realizzato solamente in Gesù e con Gesù.

Quest’esperienza è possibile ogni giorno, attraverso la fede e la speranza, nell’Eucaristia. Noi, mortali, che ci incontriamo con il risuscitato: è la nostra esperienza quotidiana, se lo vogliamo, se il nostro voler bene a Gesù ci spinge a incontrarlo e con la preghiera e con il dono, incomprensibile eppure reale, dell’Eucarestia.

Essere trascinati nell’eterno, attratti al risorto, perduti dolcemente in lui. Questa esperienza non è riservata ad alcune persone privilegiate, ma è per tutti noi che crediamo in Gesù. Dio non privilegia nessuno dei suoi innumerevoli figli, perché siamo tutti figli nel Figlio. Soltanto avviene che alcuni accettano l’offerta del Padre, mentre altri (e sono molti, troppi!) la trascurano.

L’incontro con Gesù Risorto illumina la nostra vita mortale, che può già oggi mostrare e vivere il sorriso di una vita risorta, e non solamente destinata alla risurrezione.

GCM 26.04.11, 09.07.11