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Luce nel vivere

Ogni giorno ci implementiamo di Vangelo.

Questo dissetarci svolge due funzioni essenziali al nostro vivere.

La prima funzione è la più ovvia: il Vangelo riconduce a noi Gesù, proprio perché, accostandoci al Vangelo, noi continuamente ci riconduciamo a Gesù.

Sotto questo aspetto, il nostro pianto è ovvio perfino per quei cristiani che non si curano di accostare il Vangelo, almeno una volta il giorno. Il Vangelo, abbinato all’Eucarestia, ci nutre di Dio. Forse anche per coloro, che pensano di essere cristiani, mentre trascurano Eucarestia e Vangelo, e così si indeboliscono progressivamente. Non sanno neppure che le loro idee, se rette e buone, prendono vigore e stabilità eterna, quando sono accostate, confrontate e tuffate nel Vangelo.

Il Vangelo, sappiamo, è Gesù vivo. Le scritture religiose di altre persone, sono raccolte di miti, di riflessioni, di racconti. Il Vangelo, sotto questo aspetto, si differenzia anche dall’Antico Testamento. Il Vangelo riveste un carattere sacramentale, che nessun’altra scrittura possiede.  E il sacramento-Vangelo è Gesù operante attraverso il suo Spirito.

Sicuramente gli scrittori dei Vangeli non erano coscienti dell’energia santificatrice dei loro scritti. Eppure attraverso i loro scritti Gesù continua tra noi la sua opera di salvezza, il suo gioioso stimolo a viverci figli del Padre.

Il Vangelo in quanto sacramento della presenza di Gesù tra noi, è indirizzo del nostro vivere, oltre che del nostro credere e del nostro operare.

Il confrontarci con il Vangelo non è solo riprendere il giusto cammino, ma è lo stesso nostro aggiustarci nell’esistere.

GCM 29.01.11, pubblicato 13.04.11