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Il tramite

Gesù, scendendo dalla preghiera, si imbatte in una lite tra i suoi discepoli e gli scribi.

I discepoli non erano riusciti a guarire un ragazzo epilettico, che il padre aveva condotto da loro. Perché?

Gesù chiarisce il perché, notando ciò che mancava al padre del ragazzo e ai suoi alunni.

Al padre che chiede “Se puoi, guarisci” era di ostacolo proprio quel “se puoi”. Anche un altro ammalato si era rivolto a Gesù, iniziando la richiesta con un condizionale: “se vuoi”.

Il “se vuoi” è abbandono di fede. L’uomo era certo che Gesù era in grado di compiere la guarigione e si rimetteva alla libera decisione di Gesù.

Il “se puoi” è un dubbio sulla potenza di Gesù, ossia sulla sua divinità. Era indice di non fede. Al padre dell’epilettico Gesù indica la fede, come premessa alla guarigione. Il padre allora capisce l’errore del “se puoi” ed esclama “Credo, guarisci la mia incredulità”. E il figlio guarisce.

I discepoli chiedono a Gesù, perché loro non erano riusciti a guarire. Eppure Gesù incaricava i discepoli di andare, predicare e guarire. Ma con l’epilettico, la faccenda non era funzionata.

Gesù, nel Vangelo di Marco, spiega: “Questo genere di spiriti cattivi, si caccia con la preghiera”.

Ai discepoli mancava la preghiera, ossia il tramite tra loro e la potenza di Dio.

Gesù, Dio, risanava prendendo la forza direttamente da sé. I discepoli erano tramite, non centrale. La preghiera solamente li poneva nell’esatta posizione con la centrale divina.

GCM 20.02.06