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Poveri sapienti

Il Vangelo di Giovanni, a più riprese, ci ricorda un Cristo ostacolato dai sapienti e dall’intellighenzia di allora, e subito dopo ascoltato e accolto dal popolo degli umili.

Per esempio, mi ricordo di Gesù, come lo descrive Giovanni nel capitolo 10. Gesù indica ai presenti di considerare come le sue “opere” buone vengano dal Padre, e chiede loro per quale delle sue opere cercano di ucciderlo. Risposta: “Non vogliamo ucciderti per le opere buone, ma perché tu bestemmi, facendoti simile a Dio”. La risposta è una separazione tra opere e parole. Le parole, secondo gli avversari, non si incontrano con le opere. Separazione : “diaballo” è separare. Perciò il nemico è detto appunto “diabolos” (diavolo). Il diavolo è il padre della menzogna, proprio perché divide la realtà dalla parola e dal pensiero.

Alla loro obiezione, Gesù riafferma di essere Figlio di Dio, perché compie le opere di Dio, in una unione tra lui e il Padre: unione, ossia opposizione al “diabolos”.

Gli intelligenti e i saggi - come dice ironicamente Gesù in altro sito del Vangelo - non capiscono le sue parole e tentano di lapidarlo. Gesù se la svigna e ripara lungo il Giordano, dove già Giovanni Battista aveva vissuto e predicato.

Lì incontra la gente, che ricordava le parole di Giovanni. Questa dà credito a Gesù.

Come sempre, l’intellighenzia gonfia del proprio sapere, non riesce a percepire il sapere di Dio. La gente semplice riflette e riconosce l’inedito valore di Gesù.

GCM 22.03.13