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Pro e contro il Risorto

 In questi giorni di Pasqua, Gesù Risorto incombe con la sua presenza, la quale sollecita il nostro amore, la nostra speranza, la nostra fede.
Si può dimostrare la Risurrezione di Gesù? È impossibile, perché essa sfugge ai limiti della nostra fenomenologia. La si può negare ancora? Ancora no, per lo stesso motivo per cui non la si può dimostrare: essa sfugge alla nostra fenomenologia. È impossibile, e forse stolto, sia dimostrare che negare.

La stessa creazione, ossia l’atto del creare, sfugge alla dimostrazione. Ma non si può negarla, perché gli effetti del creare sono constatabili, concreti.

Come nasce la certezza della Risurrezione? Quella certezza, che sorregge la nostra vita?
Chi ha voluto dimostrare la Risurrezione, è ricorso a molti tentativi. Essi vanno dalla frode degli apostoli, che si sono accordati per inventare il Risorto, alle allucinazioni di chi pretendeva di aver visto Gesù, alla necessità di predicare Gesù, tanto che Gesù risorto lo si predica risorto, per modo di dire senza appoggiarsi alla fede.

Gesù è risorto, perché constatato vivo dai suoi, da Pietro, dalle donne, da un gruppo di cinquecento persone. Queste constatazioni, ricordate in molti modi dai Vangeli, hanno fatto risalire dal Gesù “ancora vivo” al fatto che, essendo vivo, qualche “cosa” era accaduto per restituirlo vivo, dopo la morte. Questa “cosa” fu detta Risurrezione.
Nella storia, dal giorno dopo la sua morte fino ad oggi, ha rallegrato molti e ha infastidito altri, in quelli generando gioia e sicurezza, in questi causando dubbi e negazioni. Gesù è risorto, alleluja!

08.04.15