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Dio in traluce nella Risurrezione

Fede in Dio è fede in colui che risuscita Gesù. Ogni opera di Dio, in qualche modo richiama ciò che Dio è. S. Paolo lo richiama all’inizio della sua lettera ai Romani. In essa rimprovera i pagani, i quali, pur avendo visto l’opera sublime della creazione, non si erano accorti di lui. Ciò accade anche ai pagani del nostro tempo, perfino quando esercitano la professione di astronomi.

Noi siamo usi a lodare Dio, per l’erba, il sole, le stelle, i fiumi, i tramonti. Gesù e S. Francesco ci hanno sensibilizzati a questo soave senso dell’ammirazione e della lode. Con Francesco, anche noi “vediamo” Dio nelle sue opere, e ne deduciamo la sua onnipotenza e il suo squisito senso estetico. Il mondo non poteva essere creato se non da un grande artista. L’uomo, un organismo complicato eppur funzionante a meraviglia, non poteva non essere progettato che da una mente eccellente.

Oltre a ciò, c’è un’invenzione di Dio, che ci sbalordisce ogni qual volta ci pensiamo un po’: l’invenzione della Risurrezione di Gesù. In essa Dio si manifesta, perché “Dio l’ha risuscitato”, come troviamo indicato negli Atti degli Apostoli.

Dalla Risurrezione di Gesù, intravvediamo Dio nel suo operare. Dio ci appare come il divino vendicatore per la morte di suo Figlio. Ci appare come il rifinitore dell’opera di amore, che salva. La Risurrezione è il completamento dell’azione salvifica, che Dio aveva affidato a suo Figlio. Un’opera di salvezza che non poteva arrestarsi durante la vita terrena di Gesù, ma doveva estendersi e permanere a beneficio di tutti coloro, che credono in Gesù.

Intuiamo Dio, guardando ogni sua opera: nella Risurrezione intuiamo lo sconfinato Amore di Dio.
01.03.15