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Gesù clemente

La clemenza di Gesù è sempre presente a lui, portatore nel mondo della clemenza del Padre, quando si rivolge a noi.

Nel Vangelo di Luca troviamo che i Farisei avvertono Gesù, che lui è in pericolo, perché Erode lo vuole eliminare. Gesù fa dire a questa “volpe”, che prima di tre giorni Gesù non morirà. Anche perché un autentico profeta non muore fuori di Gerusalemme. C’è da indignarsi, da reagire, da maledire quella Gerusalemme, che pretende di essere la città di Dio, e intanto prepara la morte dei profeti di Dio.

Gesù, veramente grande nell’amare, come sente la perversità di Gerusalemme, non si scaglia contro di essa, ma si intenerisce. Gesù è sempre il Gesù, che ama i peccatori, anche quando questi si oppongono direttamente contro di lui: insomma Gesù è davvero buono.
Come Gesù parla di Gerusalemme, subito si commuove:
“Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono inviati a te! Quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali! E non hai voluto!”
Questo ci fa commuovere.

Noi con la pretesa della nostra giustizia e dei nostri “grandi pensamenti” siamo sfuggiti a Gesù. Sfuggendo a lui, con la pretesa di nobile libertà di volgari passioni, siamo sfuggiti al centro di noi stessi e al caldo di una protezione sicura.

Pulcini sotto le sue ali: “Voi non avete voluto. Ecco allora la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico però che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”. Clemenza oltre la colpa!

29.10.15