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Non uccidere

Gesù, nel Vangelo di Giovanni, afferma che chi ammazza, o vuol soltanto uccidere, segue i desideri del maligno, il quale da sempre è un omicida (Gv 8, 44).
Guerre, uxoricidi, assassinii, indicano l'allargarsi nel mondo del potere di satana. Il ludibrio più grande contro Dio e contro gli uomini e le donne, lo si perpetra, quando si pretende di uccidere nel nome di Dio. Il ludibrio corrente dei diversi fondamentalismi islamici. Il ludibrio del passato della morte agli eretici e alle streghe.

Tutti ammettono che Dio è creatore della vita, eppure chi uccide in nome di Dio, si oppone al Dio della vita, creatore della vita. Pensiamo alla nefandezza dei sacrifici umani, come quello perpetrato sulla figlia di Iefte. La grande lezione di Abramo è stata dimenticata: si era proposto di sacrificare il figlio Isacco e Dio, attraverso l'angelo, ferma la mano omicida con la scusa del sacrificio.

Ci dichiariamo tutti discendenti di Abramo, ma ci dimentichiamo di lui. Per noi cristiani il problema è già stato conchiuso venti secoli fa, con l'unico sacrificio del Cristo, come ci ripete la Lettera agli Ebrei.

Per noi cristiani è chiara la dichiarazione aggiuntiva di Gesù: “Avete udito che fu detto agli antichi: “Non ucciderai: chi poi uccidesse, sarà sottoposto al giudizio”. Io però vi dico che ognuno che si adira verso suo fratello, sarà sottoposto al giudizio; chi poi dicesse al fratello: cretino, sarà sottoposto al sinedrio, e chi dicesse: pazzo, sarà per la Geenna del fuoco” (Mt 5, 21-22).

27.08.14