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Dio è novità eterna

La pienezza di Dio può generare turbamento. “Il Signore è con te, graziatissima!”: dice Gabriele a Maria. La reazione di Maria? “A tali parole ella rimase turbata; si chiedeva che senso avessero le parole di Gabriele”, il quale si affrettò a rassicurarla: “- Non temere, Maria! -”.
Può accadere che il “troppo Dio” turbi. Gesù cammina sull’acqua, e i suoi discepoli si spaventano.
Quando, nel Vangelo di Giovanni, Gesù mostra e afferma di essere Dio, i semplici accettano e credono, i sapienti teologi si perdono, sentono cadere le proprie certezze, si turbano ed esprimono il proprio turbamento con l’opposizione violenta.

Ogni novità turba la nostra pigrizia. Dio è sempre novità assoluta, che richiede a noi un continuo aggiornamento.
Gesù, nell’amato Vangelo, ogni giorno scuote la nostra pigra abitudinarietà. Perciò è più tranquillo tralasciare il Vangelo, e riporlo da parte.
Quando Paolo indica che noi camminiamo “in novitate vitae” (novità di vita, sguardo verso l’escatologia), non ci invita a una movida estiva, ma a un cambiamento, che, guardato in faccia, riesce anche a turbarci, prima che ad allettarci.

Quando il Padre ci avverte che un giorno è diverso dallo ieri, ci turba e ci strappa via dalla noia della ripetizione. Se il Padre ci fa notare che un giorno è solo se stesso, anche durante una malattia che perdura, allora ci aiuta a scoprire che l’amore di oggi è quello di ieri, e che l’amore a Dio rinfresca la nostra esistenza.

31.08.19