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Credere è bello

Sto meditando, aiutato da un testo profondo, sulla Trinità, ossia su Dio. Sento quanto bene il Padre ci vuole, per il fatto di poter godere il suo essere uno e trino. Godimento non tanto perché ho la grazia di intuire, quanto piuttosto perché lui è grande. La bellezza del mistero, che attrae e che stimola sempre più il desiderio che arrivi il momento di immergermi, di tuffarmi nel mistero, che produrrà la mia felicità!
Il Padre ci ha creati per la felicità, ora, nella serenità profonda, e dopo, nella gioia aperta.

Eppure già ora la gioia vera fa capolino nella nostra vita, quando assaggiamo la bellezza della fede necessaria. Chi rifiuta di credere, perde il senso della bellezza di Dio.
Per noi, figli di Dio, il mistero sublime di nostro Padre, nella sua imperscrutabile grandezza, non produce depressione, ma esaltazione. Il mistero autentico, inarrivabile alla nostra piccola intelligenza, non deprime, ma esalta.

Tempo addietro si cantava, nei riguardi della Madonna: “Andrò a vederla un dì, in cielo patria mia”. Molto di più esalta il fatto che un giorno andrò a vedere il Padre.
So che S. Kolbe cantava volentieri quella canzone nel testo francese. Però la gioia totale sta sì nel vedere Maria, ma principalmente vedere il Padre, della cui luce eterna è illuminata Maria. Quella luce che illuminerà e circonfonderà ognuno di noi.
Già qualche cosa di quella luce entra in noi, quando percepiamo la bellezza della fede.

13.07.19