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Fuggire (2)

Le colpe e i peccati creano movimenti per ricorrere ai rimedi. La colpa non si cancella superando i sensi di colpa: a questo scopo servono anche gli psicofarmaci. Ogni colpa crea una responsabilità, più o meno tollerabile.

Molte persone sono convinte che la colpa si supera ricommettendola, quasi per essere alleggerita dall’abitudine. È questo un sistema che ottunde la sensibilità, ma non elabora la colpa.

Comunque si voglia trattare la colpa, si crea sempre un bisogno di muoversi, di ricorrere.

Si ricorre a uno dei tre metodi precedentemente notati (vedi: fuggire 1): o umilmente a  Dio, o scioccamente ai diversivi, o tragicamente alla pazzia.

In altre parole o ci si abbandona nella braccia di  Dio, o nelle braccia di Morfeo, o nella braccia del nulla.

Proprio il movimento che nasce dalla colpa deve essere esaminato per essere indirizzato. Infatti arrivare nelle braccia di  Dio è liberazione totale; arrivare nelle braccia di Morfeo, è giocare pesante tra carcere e libertà; giungere nelle braccia del nulla, è dedizione alla non libertà.

Il triplice movimento è influenzato dalla quota di amore alla vita. Chi ama vivere pienamente e libero, si indirizza a  Dio, dove è condotto dall’azione propria e da quella dello Spirito Santo.

Chi non ama la vita, perché non ha interesse alla serenità, si avvia a Morfeo (vino, droga, ingolfamento nella professione, negli interessi, nel sesso, …), dove può mordere i frutti del piacere, senza ricavarne felicità.

Chi odia la vita, la quale ha perso interessi e attrazione, si indirizza verso il Nulla, il suicidio o la pazzia, per inseguire l’ultimo lumicino di speranza.

GCM 13.08.05