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Cultura laica

E’ poi giusto e indovinato porre sullo stesso piano cultura laica e cultura religiosa? Questo è un nobile e significativo sforzo di redimere il laicismo per renderlo laicità. Eppure livellare la religione alla laicità, è incorrere in una svista: quella di abbassare la fede a cultura, o elevare la laicità a religione.

La fede non è soltanto religione o cultura, se fede deve rimanere. La fede è capace di penetrare e animare una religione e una cultura, ma non si esaurisce in ciò. Il suo statuto è più alto. Esso viene dallo Spirito di Dio.

Le grandi eresie trinitarie e cristologiche sono germogliate in quell’ambiente culturale, che pretendeva di nobilitare la fede cristiana, attribuendole lo statuto di filosofia.

La fede non si riduce a cultura, perché la cultura è sempre opera d’uomo.

La fede conduce all’adorazione e la esige necessariamente. Sappiamo che non si può adorare l’opera dell’uomo, per non adorare un idolo.

La fede è un dono di Dio per imprimere anche alle creature dignità e forza di salvezza. Essa salva la cultura, e non è salvata dalla cultura, mentre la cultura che accoglie la fede è salvata dalla fede.

Tra fede e religione c’è un rapporto dinamico: la fede salva la religione, e la religione serve alla fede. Anche tra fede e cultura (di questa è componente la religione, anche quella religione che si rifiuta di chiamarsi religione ed è la laicità) corre un rapporto dinamico, ma non un rapporto di eguaglianza o di reciprocità di pari valore.

Che la laicità rispetti la fede è un progresso della stessa laicità. Ma non è possibile la loro pariteticità.

GCM 22.08.05