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L’implosione dei ricchi

I Salmi continuano a martellare: non invidiare i ricchi, che saranno i primi a sfaldarsi davanti a Dio. La ricchezza accumulata, che conferisce vanto ai ricchi, è la radice della loro sconfitta.

Lo constatiamo noi oggi, in piccola proporzione. Il benessere, con il relativo consumismo e lo spreco delle inutilità, si automangia, si autodistrugge, perché pensa di aumentare senza limiti.

I limiti non conosciuto o non riconosciuti, hanno favorito i giochi di borsa, che inanellano vuoti su vuoti, fino all’implosione.

Viene da pensare subito alla frase detta da una ragazza, che non usciva dall’università, due millenni or sono: “Ha annientato i potenti con i loro stessi progetti”, servendosi dei “pensieri del loro cuore”.

Un progresso all’infinito, come certe tecniche, bancarie e non, pretendono di ammannire, non esiste in questa terra limitata, o nel cosmo limitato nel tempo e nello spazio, per quanto enormi.

Il progresso del benessere è un progresso che deve misurarsi con la realtà concreta della Terra. L’orgoglio di un progresso illimitato (chi non ricorda le liriche di Withman?) si umilia da se stesso.

I salmi mostrano Dio che ride sui progetti dei superbi e sulle azioni degli orgogliosi. Come ride sui negatori di Dio, mentre li attende al varco della morte.

In ogni propria attività, l’uomo deve non pretendere di essere infinito, e considerare davvero i propri limiti.

GCM 15.01.09