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Religioni e Gesù

Il riaffiorare del bisogno di religione, lo scuotere la religiosità, insita necessariamente nell’uomo, è uno dei segni del nostro tempo. Quando si teorizzava l’eclissi del sacro, questi si è ridestato e vendicato.

Gli oggetti del nuovo, talvolta assoluto, senso religioso, si diramano in molte direzioni: filosofie ed ascetiche orientali, pratiche psicologiche di rilassamento e di assertività, religioni tradizionali quali l’induismo il buddismo il musulmanesimo, l’adorazione del denaro del sesso del successo, la religione laica e il laicismo, il satanismo, e chi più ne ha più ne enumeri.

Avere dei riferimenti nella vita, è una esigenza naturale. Vivere e operare in vista dell’orientamento come esigenza che guida la vita, è religione. Perfino il disprezzo costante e pervicace della religione riconosciuta e  vissuta da molti, è un terribile senso religioso.

Dal bisogno della religione nessuno è esente, perché ognuno può dedicarsi completamente alla donna o all’uomo, alla professione o al divertimento, all’oroscopo o all’adorazione della scienza. La spinta è sempre unica: cercare e scoprire un riferimento che ci guidi.

Nella storia appare anche un riferimento misterioso eppure urgente, che non si arena in nessuna delle religioni inventate dagli uomini. Dio si fa intravedere (natura) e si manifesta (rivelazione). Nei valori che guidano le religioni, si infiltra, talvolta angosciante tramite l’angoscia esistenziale, ed entra, non più un mero per quanto sublime valore, sebbene una persona. Una persona così completa e luminosa, che supera e perfino oscura i molti valori, dispersi e dispersivi, creati dagli uomini. Una persona, Dio, che si include totalmente nella persona di Gesù, il valore orientativo del nostro bisogno religioso.

GCM 12.07.09