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Il Figlio in noi

Rivelò il suo figlio in me, dice Paolo. Svelò il figlio che era già in me: gli tolse la tenda che lo ricopriva. Infatti “naturalmente” siamo figli di Dio, che ci ha visti “prima della forgiatura del mondo”, e già da sempre ci ha avuti per figli.

La nascita nostra è stata la prima occasione di questo svelamento, perché fin dal concepimento quel progetto di Dio ha trovato concretamento nel tempo. Con il concepimento usciamo dalla mano di Dio e siamo posti nel tempo, per passarvi un breve periodo e poi ritornare nelle mani di Dio per sempre e coscienti del dono.

Il Figlio è da sempre in noi, perché da sempre siamo figli di Dio. Gesù, nel Vangelo, ci assicura su questa verità, quando afferma che dei bimbi è il regno dei cieli. Nei bimbi è certamente attuato l’impianto del regno di Dio.

Poi pensano educazione e società perverse a soffocare questo iniziale regno di Dio presente in noi. Allora il Padre, che ci ama, lui nostro caro Padre, con Gesù butta via da noi le sovrastrutture del male, per far riaffiorare il suo regno (che è Gesù) in noi.

Il male in noi è una sovrastruttura, non è l’impalcatura originale, quella progettata e realizzata in noi... proprio dentro l’innocenza del bambino. Il conservare questa costruzione originale, richiede da tutti il rispetto del bambino, il non scandalizzarlo, per non cancellare in lui l’immagine del Cristo.

La penitenza, per noi adulti e peccatori, è un ritorno alla presenza di Cristo in noi.

GCM 03.07.09