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Medicina complementare

La SPERI si interessa di medicina complementare. La spiritualità infatti è caratteristica della persona umana, la caratteristica più intrisa di razionalità e di ideale. Perciò tutto quanto concerne l'uomo, è timbrato di spiritualità: la sua biologia e la sua emotività, la sua opera e il suo intelletto. Quindi anche la medicina: in particolare sotto l'aspetto della complementarità. Stiamo su una linea che supera il semplice e talvolta grezzo concetto di medicina alternativa (che restringe il proprio significato al farmaco o alle medicine).

La medicina, per natura sembra essere complementare, come ogni sapere e ogni ricerca umana. Infatti esse abbisognano sempre di "completarsi", attraverso nuove scoperte. Il superamento di una fase precedente - come avviene anche nello sviluppo psichico - non può (né eticamente deve) escludere gli elementi della fase precedente, ma li integra in una diversa e più evoluta prospettiva.      Certi errori dell'Umanesimo e dell'Illuminismo, consistettero nel depauperarsi, quando si opposero all'immediato precedente.

La complementarità si basa soprattutto sulla scoperta o riscoperta delle dinamiche psichiche e biologiche della fasi precedenti. Un discorso differente si presenta, quando si tratta della tecniche, utilizzate dalle dinamiche.

Quando ascolto alcuni discorsi sulla medicina (che solitamente per intenderci si divide in ufficiale e complementare), noto tra gli oratori un pericolo: quello dello scivolamento.
     Dalla medicina si slitta facilmente nelle medicine.
     Dal discorso sull'atmosfera ideale dei medici, a quello sulla tecnica.
     Dal bisogno di un medico "umano", al medico commerciante richiesto di fornire un prodotto: la salute.
     Dall'umanità spirituale che include l'esigenza della medicina olistica, alla medicina olistica che tenta di includere e sottomettere la spiritualità, con il pericolo di renderla soltanto un fattore di salute o di guarigione (Eric Fromm?).  

GCM, 14.12.03