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Esigenza della vita

Il Verbo si fece carne. Il progetto di Dio divenne uomo vivente e mortale. Eppure il Verbo non muore. Anzi coinvolge nella propria divinità anche la "carne" di Gesù, rendendola gloriosa.

     Il Verbo precede la carne. L'eterno precede e supera il tempo.
     Ipotesi: all'atto del concepimento umano, è la cosiddetta "anima" che si inserisce nel corpo, oppure è l'anima che esige un corpo, per essere anima (Verbo e progetto) umana?

     Io, nello Spirito di Dio, sono immerso nella vita, nel pieno della vita. Perciò vivrò per sempre, proprio perché la mia vita non è il risultato di modifiche chimiche, ma è una partecipazione alla "Vita", al Verbo. Io vivrò per sempre, anche quando la parte materiale di me seguirà la legge di ogni materia: si trasformerà sia tramite le leggi della vita, che tramite le leggi della morte.

     Il mito della Genesi, però, indica un anticipo del corpo sul soffio vitale di Dio, che rende l'uomo "animale vivente". Questo mito può contrastare l'ipotesi di uno spirito che reclami la materia.
      Addirittura antiche teorie sull'infusione dell'anima nel corpo, fanno ritardare di 40 (per i maschi) o di 80 (per le femmine) giorni questa infusione.

     Il mito della Genesi indica una comunicazione di vita da parte di Dio (soffiò) dentro l'argilla. La vita di Dio è eterna, precede l'argilla, anzi la modella proprio per l'esigenza di comunicare finalmente la vita. Non ha l'argilla-Adamo l'esigenza di essere vivificata. Ma la vita ha l'esigenza di manifestarsi anche attraverso l'argilla, fatta "uomo".
     Secondo la Bibbia non sta nell'argilla (= primate nell'evoluzionismo, ormai scricchiolante) l'esigenza a essere vita umana, ma sta nella vita eterna, l'esigenza di espandersi.

GCM 23.03.04