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Giungla

Sorge spontanea la domanda: "Si tratta di democrazia o di giungla?".
     La lotta tra gruppi politici, si condensa in un mero distruggere l'avversario. Si trova in lui ogni difetto, ogni disonestà, ogni incapacità, per eliminarlo. Che differenza c'è tra questo comportamento e il cannibalismo della giungla?

Alla fine di un'elezione amministrativa o politica, si parla di vincitori e di vinti: vittoria elettorale! Non si parla di preferiti o meno preferiti. No: vincitori e perdenti. Che differenza c'è tra questo modo di interpretare le elezioni e la vittoria di una tribù su un'altra?

Nel commercio si combatte all'ultimo sangue per sgominare la concorrenza. Non si bada a "servire" l'utente, affinché possa utilizzare il meglio possibile dei prodotti offerti. Si vuole solo vincere la concorrenza, per guadagnare di più: così il commercio, nato per aiutare la gente, diventa un'aggressione tra i produttori per marcare il terreno. Che differenza passa tra questo commercio, che sta diventando globale, e le lotte degli orsi o degli oranghi per marcare il proprio territorio o per dominare le femmine?

Evidentemente il neo-liberismo, sempre più spudoratamente, esaltando la libera concorrenza e il libero mercato (ossia il dominio del più forte, o del più astuto, o del più disonesto) eccita guerra (e le guerre armate!) e il ritorno defilato nella giungla.
     E in questa disumanità siamo tutti coinvolti. Il neoliberismo - tanto caro ai poteri delle destre - crea una diminuzione della tensione ideale, per compensare l'uomo con una vita agiata (solo in Occidente), e poi con la vita agiata assopisce le tensioni ideali. Giù le tensioni ideali, su la giungla, la lotta, i suicidi, gli stupri, gli omicidi.

GCM 16.01.04