Con la paceDio benedice il suo popolo nella pace.
Forse questa frase
biblica, che fa parte della comunicazione costante che il Padre salda
con noi, avrebbe più incisività se la traducessimo: " Benedice con la
pace".
Si sa che quell' "in" usato nel linguaggio biblico spesso
riveste un significato strumentale, ossia "con" oppure "attraverso".
Dio si serve della pace, dona la pace per fare dei doni (bene-dire
equivale a bene-ficare) a chi ama.
La guerra non è
attribuibile a Dio, per quanto gli scrittori credano che Dio sia una
specie di stratega nascosto, che guida i guerrieri.
Sono narrate,
nella Bibbia, due liberazioni epocali del popolo ebreo ridotto in
schiavitù: la liberazione dall'Egitto, e la liberazione dalla
deportazione a Babilonia. Nessuna delle due liberazioni si è realizzata
tramite una guerra. Siamo noi, gente frastornata, che crediamo di
"esportare" (leggi: imporre) la democrazia con la guerra.
Mosè,
per liberare il popolo, dopo aver compiuto - da giovane - lo sproposito
dell'omicidio, viene inviato da Dio a parlamentare con il faraone per
ottenere la liberazione. Dio non arma il popolo.
Quando la
diplomazia non frutta, ecco avverarsi segnali per scuotere il faraone.
Esauriti questi (le dieci piaghe), Dio fa organizzare una fuga
notturna. Sottrarsi alla tirannide, non combatterla.
La
liberazione da Babilonia non viene attuata dagli Ebrei, attraverso una
guerra (Ariel Sharon questo non l'avrebbe né capito né accettato), ma
tramite un semplice decreto del re Ciro.
Quando ricordiamo che "le
vie di Dio non sono quelle degli uomini", allora solo nella preghiera
potremmo intuire le "sue vie".
GCM 10.01.04
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